Accordo di Parigi

L’Accordo di Parigi è un trattato internazionale giuridicamente vincolante sui cambiamenti climatici, adottato il 12 dicembre 2015 da 195 Paesi in occasione della Conferenza delle Nazioni Unite sul clima (COP21) di Parigi ed entrato in vigore il 4 novembre 2016.
Le informazioni ufficiali sullo stato di approvazione, accettazione, adesione e ratifica dell’Accordo sono fornite dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, sulla relativa pagina internet del Depositario dei Trattati delle Nazioni Unite alla voce: Accordo di Parigi.
https://unfccc.int/process/the-paris-agreement/status-of-ratification
Per la prima volta, tutti i Paesi del mondo si sono impegnati insieme a combattere il cambiamento climatico e ad adattarsi ai suoi effetti.
Obiettivi principali
L’Accordo mira a:
- mantenere l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli preindustriali;
- proseguire gli sforzi per limitarlo a 1,5°C, soglia oltre la quale gli impatti diventano molto più gravi.
Secondo l’IPCC (Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico), superare il limite di 1,5°C aumenterebbe notevolmente la frequenza e l’intensità di eventi estremi come siccità, ondate di calore e piogge torrenziali. Per rispettare questo obiettivo è necessario che le emissioni globali raggiungano il picco entro il 2025 e calino del 43% entro il 2030.
IPCC — Intergovernmental Panel on Climate Change
Come funziona l’Accordo di Parigi?
L’Accordo si basa su un meccanismo di pianificazione e revisione continua:
Ogni Paese presenta un Piano nazionale per il clima (Nationally Determined Contribution – NDC), con le azioni previste per ridurre le emissioni e adattarsi agli impatti.
Ogni cinque anni, gli NDC devono essere aggiornati con obiettivi sempre più ambiziosi (ratchet-up mechanism).

I Paesi possono inoltre elaborare strategie di lungo termine a basse emissioni (LT-LEDS), che tracciano la visione dello sviluppo sostenibile oltre il 2030.
Sostegno ai Paesi più vulnerabili
L’Accordo prevede un quadro di cooperazione per:
Finanziamenti climatici: i Paesi sviluppati si impegnano a sostenere economicamente quelli più vulnerabili, sia per ridurre le emissioni (mitigazione), sia per affrontare gli impatti (adattamento).
Tecnologie: vengono promossi sviluppo e trasferimento di tecnologie pulite per ridurre le emissioni e rafforzare la resilienza.
Capacity building: supporto ai Paesi in via di sviluppo per rafforzare le capacità istituzionali e tecniche nella lotta al cambiamento climatico.
Monitoraggio dei progressi
Per garantire trasparenza e verificare i risultati, nell’ambito dell’Accordo di Parigi, è stato istituito il Quadro rafforzato di trasparenza (Enhanced Transparency Framework – ETF):
Dal 2024 i Paesi dovranno riferire periodicamente sulle proprie azioni, risultati e sostegni forniti o ricevuti.
Le informazioni confluiranno nel Global Stocktake, una valutazione collettiva che ogni cinque anni analizzerà i progressi globali verso gli obiettivi dell’Accordo e indicherà come rafforzare gli impegni futuri.
