COP30 – Belém 2025
La Conferenza delle Parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP30) si tiene a Belém, in Brasile, dal 10 al 21 novembre 2025.
Tra i temi principali attesi in agenda:
- presentazione degli NDC3.0: Contributi Determinati a livello Nazionale aggiornati e con obiettivi più ambiziosi e coerenti con la traiettoria di 1,5 °C; I 64 nuovi NDC presentati dalle Parti al 30 settembre 2025, sono stati analizzati ed inclusi nel Rapporto di Sintesi 2025 sui Contributi Determinati a livello Nazionale (Nationally Determined Contributions – NDC);
- rafforzamento della finanza climatica, con obiettivi vincolanti e maggiore trasparenza nell’accesso ai fondi;
- promozione di una transizione energetica giusta ed equa, attraverso la riduzione graduale dei combustibili fossili e l’espansione delle energie rinnovabili;
- attuazione del Fondo per Perdite e Danni, con particolare attenzione a governance, equità e rapidità di erogazione;
- adattamento e resilienza, inclusa la definizione di indicatori globali di progresso e il sostegno tecnico ai Paesi più vulnerabili;
- presentazione del Rapporto di sintesi dei Rapporti Biennali sulla Trasparenza (Synthesis Report of Biennial Transparency Reports) offre una prima panoramica dei progressi globali in materia di mitigazione, adattamento e sostegno nell’attuazione dell’Accordo di Parigi.
Basato su oltre 100 primi Rapporti Biennali sulla Trasparenza (BTR1) e Rapporti Nazionali sull’Inventario presentati dalle Parti al 15 aprile 2025, il rapporto copre circa il 75% delle emissioni globali di gas serra del 2020.
Nel corso della Conferenza è stato tenuto il Summit dei Capi di Stato (Heads of State Summit), che ha rappresentato un passaggio decisivo per tradurre in azioni concrete i risultati del Global Stocktake e gli impegni assunti alla COP29 di Baku.
Un appuntamento simbolico e strategico
La COP30 segnerà diverse ricorrenze importanti:
- il 20º anniversario dell’entrata in vigore del Protocollo di Kyoto;
- il 10º anniversario dell’adozione dell’Accordo di Parigi;
- la prima COP ospitata in Amazzonia, uno degli ecosistemi più cruciali del pianeta.
I Paesi sono stati valutati in base ai propri Piani climatici nazionali aggiornati per il 2035 (NDC), che definiscono obiettivi e strategie di riduzione delle emissioni, nonché le modalità di trasformazione dei rispettivi sistemi economici.
Anche l’adattamento ha un ruolo di primo piano, in particolare rispetto alla definizione di un quadro di monitoraggio dei progressi verso il Global Goal on Adaptation (GGA) e alla presentazione dei nuovi Piani nazionali di adattamento ai cambiamenti climatici.
Verso un nuovo quadro di finanziamento
La finanza per il clima è uno dei temi più rilevanti della COP30, in continuità con i risultati della COP29 di Baku.
Tra questi:
- il nuovo obiettivo collettivo quantificato di finanza climatica (New Collective Quantified Goal – NCQG), che punta ad aumentare il sostegno ai Paesi in via di sviluppo da 100 a 300 miliardi di dollari l’anno;
- la “Roadmap Baku–Belém”, che delinea il percorso per raggiungere almeno 1.300 miliardi di dollari l’anno di finanza per il clima entro il 2035.
La conferenza è quindi chiamata ad avviare una fase post-negoziale, volta a rendere operativi gli elementi chiave del nuovo quadro di finanziamento. Ciò include l’identificazione di meccanismi concreti per mobilitare capitali pubblici e privati, affrontando al contempo le sfide strutturali legate ai costi del capitale, alla capacità fiscale e al debito dei Paesi in via di sviluppo.
Sulla base degli NDC presentati, il rapporto stima che le emissioni globali totali di gas serra (incluse le attività LULUCF) nel 2035 saranno inferiori di circa il 12% rispetto ai livelli del 2019. Questo dato si confronta con un aumento previsto delle emissioni compreso tra il 20% e il 48% per il 2035, prima dell’adozione dell’Accordo di Parigi, come illustrato nella figura seguente.
